
Antica
Grecia... Ricordo ancora questa parte della storia che fin dalla mia giovane
età mi ha affascinata. Le donne erano viste come esseri inutili, quasi come un
peso, ma Aristofane in una sua commedia arrivò ad immaginare che fossero loro,
proprio loro a porre fine ad una delle tante guerre tra le città greche. Dopo
lo scoppio di una guerra che stava causando disperazione e sofferenze tra la
popolazione, donne di città diverse
avrebbero deciso di incontrarsi per discutere su come costringere gli uomini a
far cessare le ostilità. Ma ciò che in Aristofane appare puramente utopistico
trova, col passare del tempo, riscontro nella realtà. Basti pensare alla
capacità di
resistenza e di sacrificio delle donne
ampiamente dimostrata dalle madri di plaza de Mayo, che non si sono
arrese di fronte alla sanguinaria dittatura argentina; alle donne in nero di
Belgrado contro la dittatura di Milosevic; alle irlandesi, che non reagivano ai
lanci di sassi e alle bastonate che subivano; alle donne giapponesi e
australiane che continuavano a lottare nonostante i ripetuti arresti. Fino ad
arrivare al 2015 nel quale, in commemorazione dei bombardamenti su Gaza del
2014, le donne del movimento pacifista organizzarono l’Operazione digiuno,
montando una tenda davanti alla residenza del primo ministro e digiunando a
turno per 50 giorni, l’equivalente della durata del conflitto. E fu la stessa Huda Abuarqoub, direttrice regionale
dell’Alleanza per la pace in Medio Oriente, ad affermare: "Sono qua con
donne che hanno scelto coraggiosamente di intraprendere una strada che non è
ancora percorsa. Una strada di speranza, amore, luce, dignità,
inclusione e riconoscimento reciproco." E lottano per la pace, che è veramente
possibile da conquistare, ma richiede un prezzo: la perdita di amici, familiari
e tanto coraggio.
Alla donna che lottava a favore della pace e
che evitava la guerra spettava inoltre, e spetta tuttora, il compito di
ricostruire quello che la guerra distrugge, dai campi agli ospedali, e tenere
in vita l'arte, la musica e la poesia.
Come
può la sua figura essere insignificante? Come può essere sminuita in tal modo
in confronto agli uomini?
Eppure
è stato dimostrato quanto sia stato significativo il ruolo della donna nella
realizzazione della pace ed è necessario sottolineare che la promozione del
diritto alla pace assicura il rispetto di tutti gli altri diritti, poiché
favorisce la costruzione di una società all'interno della quale ai rapporti di
forza subentrano rapporti di collaborazione in vista del bene comune. Quando
non si reagisce alla violazione di uno dei diritti umani si pongono a rischio
tutti gli altri. Bisogna difenderli tutti seriamente. Penso che solo quando una
cultura dei diritti umani, rispettosa delle diverse culture, diventa parte
fondamentale del patrimonio morale dell'umanità si può guardare con fiducia al
futuro. Per fare tutto questo sono necessari la collaborazione di ogni forza
sociale, il dialogo e la solidarietà.
E
quella stessa mattina mi dilungai nelle mie ricerche - non si è mai troppo
grandi per scoprire qualcosa di nuovo. E tra gli innumerevoli libri che avevano
preso posto nel mio salotto, il mio sguardo si appuntò su un foglio bianco
contenuto in uno di essi e, in quel momento, decisi di voler lasciare anch'io
un mio segno, decisi di voler mettere per iscritto tutte le mie ricerche e
piccole "scoperte", decisi di voler valorizzare il lavoro di tutte
quelle donne che avevano creduto nella pace, che avevano creduto in se stesse.
Ed
iniziai a riempire quel foglio bianco partendo proprio dalle affermazioni di
giovani donne che avevano dato il loro contributo in questo lungo percorso.
"<<Sono
contro la guerra che vuol dire distruzione, violenza, rovina. Nessuno dovrebbe
essere per la guerra, soprattutto quando i grandi poteri mondiali si mettono
contro un paese con una guerra iniqua che distruggerà ogni segno di progresso e
riporterà il paese al Medioevo. Missili e bombe non pensano, colpiscono ed
esplodono: non importa se sei un soldato o un civile, se sei giovane o vecchio,
uomo o donna. Tu muori. Dove vai a nasconderti?>> (donna irachena)
<<Sogno
la pace. Che gli occhi tristi e pieni di vendetta dei ragazzi cambino e torni
in loro la speranza.>> (donna palestinese)
<<Fare
la pace è una cosa difficile, richiede un prezzo. Richiede di avventurarsi in
luoghi che non avete mai immaginato assieme alle vostre sorelle palestinesi. Vi
farà perdere
amici e sacrificare la famiglia. Se non siete pronte, fate un passo
indietro>> (Gboee)
E
adesso voglio rivolgermi a voi donne di ogni parte del mondo, vi invito a
riflettere su questo tema di grande importanza, ad amare la pace, a volerla
consolidare, a continuare il percorso iniziato dalle donne protagoniste delle
storie che vi ho portato come esempio. Armatevi di coraggio, speranza e spirito
di sacrificio per superare gli ostacoli che immancabilmente incontrerete, ma
non lasciatevi abbattere, continuate la vostra strada a testa alta, difendete
le vostre idee e metteteci tutte le vostre forze per realizzarle. Tanto è stato
fatto, ma ancora tanto bisogna fare. Iniziate da quei Paesi in cui le donne
vivono in una condizione di inferiorità, in cui avere una figlia è ritenuta una
disgrazia, dove le donne vengono tenute nell'ignoranza, dove non sanno nulla
d'igiene e delle prevenzioni delle malattie. Lottate anche per tutte quelle
donne uccise da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari. Lottate per
Sara, Gloria, Vania, Fabiana, Rosamaria, Stefania, Giulia, Elisabeth e tante
altre. Lottate e cercate di mettere un punto a tutto questo e da quel punto
date inizio alla vostra storia, uscite dalla schiavitù in cui l'uomo vi ha
lasciate cadere. Liberatevi di tutto questo, lottate per la vostra libertà, non
abbiate paura di parlare, di spiegare le ali e di cambiare questa società.
Dimostrate a tutti coloro che hanno sempre infangato il nostro nome quanto è
bello essere donne."
Manila Scali, II A
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