giovedì 9 giugno 2016

"Il Vincenzo Gerace, sappiatelo, non muore mai!"

Sono trascorsi 5 anni dal giorno in cui, terrorizzato, mi trovavo nell'androne di questa scuola. Non sapevo dove andare, quale fosse la mia aula, chi erano i miei professori, i miei compagni, quasi mi chiedevo cosa ci stessi facendo qui, e la voglia di tornare indietro mi assillava, fin quando l'assordate suono della campanella segnò l'inizio di quello che sarebbe stato il mio percorso. Mi incamminai nel corridoio, e forse ancora non mi era ben chiaro tutto ciò che da lì a poco sarebbe successo, non mi era ancora chiaro che lo stesso corridoio che mi permetteva di entrare in aula mi avrebbe portato verso il mio futuro. Sono trascorsi 5 anni da quel giorno e ancora oggi, probabilmente per poco tempo, continuerò a percorrerlo, continuerò a vedere le stesse facce, gli stessi professori (qualcuno non mi resta che ricordarlo poiché non è più qui tra noi), gli stessi collaboratori scolastici, lo stesso personale della segreteria; tutte persone che sono riuscite a farmi crescere, ad affrontare le situazioni, a maturare. Oggi, a 19 anni, una cosa tra le tante nozioni l'ho capita, grazie a quanto vissuto tra i muri di questa nostra scuola, grazie a ciò che questa scuola mi ha tramandato, ho capito che fuori da questi muri il mondo è pieno di ipocrisia, disperazione, povertà di spirito. Anche tra i miei coetanei, fuori da questa scuola, ho avuto modo di percepire mancanza di volontà, impotenza, indifferenza, menefreghismo e ho capito come l'ignoranza possa entrare in possesso della ragione umana e ridurre l'uomo ad un burattino. Insomma, fuori da qui ho visto masse, persone distrutte dalle convenzioni sociali. Ma questo Liceo, in questi 5 anni, mi ha permesso di avere a che fare con persone che cercano una via di fuga da tutto questo e cosa, se non la cultura, può garantirla? Per intenderci: "Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza". Non per essere presuntuoso, ma credo che questa scuola mi abbia fatto crescere tantissimo, mi ha dato l'opportunità di guardare il mondo da un'altra prospettiva, e credo che questa sensazione, tutti voi che avete deciso di intraprendere questo cammino, la proviate quotidianamente. In tutto questo, ovviamente, non è mancata l'ansia per le interrogazioni, per i compiti in classe, quasi il terrore; ma dopo 5 anni penso che tutto questo passi in secondo piano, sono sicuro che dentro di me resterà ben altro di questa scuola. Resteranno certamente i miei compagni con i quali ho trascorso i giorni più belli, ho condiviso le mie gioie, le mie ansie, le mie paure, la mia quotidianità. Resteranno i professori e i loro insegnamenti, specie quelli che derivano dalle loro esperienze, mi resterà tutto di questa scuola, di quella che io ho sempre definito "una grande famiglia" e di questa mia definizione sono prova tutti gli studenti del nostro Liceo Classico. Vorrei dire e avrei da dire moltissime cose, ma arrivato fin qui tutto si riduce al suono assordante della campanella, la stessa campanella che continuerà a suonare fino all'ultimo giorno di scuola, la stessa campanella che ha fatto provare e che farà provare queste emozioni a chissà quante generazioni di studenti, la stessa campanella che suonando ogni ora, anche se in quei momenti non ce ne rendevamo conto, ci ha dato l'opportunità di assorbire come una spugna il gusto della cultura greca e latina, di quella italiana, di quella inglese, di tutti quegli autori che nella disperazione di interrogazioni e compiti a volte possono risultare noiosi e stressanti, ma che in realtà ci consentono di camminare ad alta velocità in quella famosa via di fuga dalla realtà di questo nostro secolo. Sono trascorsi 5 anni, e sento il dovere di dire grazie a questa scuola, grazie ai miei compagni che hanno segnato gli anni più belli della mia vita, grazie ai professori che con pazienza mi hanno fornito i mezzi per potermi difendere nella società, grazie ai collaboratori scolastici che per cinque anni mi hanno ascoltato, consigliato, aiutato; grazie al personale della segreteria che tra gli impegni del lavoro ha sempre trovato del tempo per me, per parlare, per scherzare, grazie al Dirigente Scolastico che ha dato una svolta alla nostra scuola e che ha sempre creduto nelle nostre capacità stando sempre dalla parte degli alunni; grazie ai rappresentanti di Istituto e della Consulta che sono riusciti a rendere la scuola unita e compatta in ogni attività, rispettando l'idea di "grande famiglia" concedendoci di collaborare e agire tutti insieme nelle cose belle e anche in alcune difficoltà che abbiamo affrontato con impegno per amore della nostra scuola.
"πάντα ῥεῖ" così come questi cinque anni e così come il tempo che mi avete dedicato leggendo questo mio pensiero. Tutto scorre, e mentre tutto scorre il Vincenzo Gerace, sappiatelo, non muore mai!
Ave atque valete!


Rocco Tripodi

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