mercoledì 24 gennaio 2018

Faber a Cittanova: grandi eventi nel segno della cultura


Terminato il Tour '97 nei Palasport, Fabrizio De André aveva detto che si sarebbe fermato. Poi, uscita la raccolta ''Mi innamoravo di tutto'', ci ha ripensato: prima una tournée nei teatri (la sua dimensione più congeniale) poi quella estiva all'interno di rassegne più o meno note. Fa proprio parte della tournée invernale, l'appuntamento musicale del 14 gennaio 1998 a Cittanova. Città che, dopo aver ospitato innumerevoli personaggi di un certo prestigio, si è onorata di aver potuto incontrare uno tra i più bravi ed amati cantautori italiani. Un poeta - vorrei dire - che ha accompagnato intere generazioni di giovani facendoli crescere e sognare. L'iniziativa di ospitare personaggi prestigiosi, sottolinea una scelta di fondo che Cittanova ha, poi, proseguito nel tempo e che ha affermato la cittadina sempre più come sede di grandi appuntamenti culturali e musicali. Quello con Fabrizio De André è, certamente, uno di questi. De André dopo aver riunito la sua ciurma di splendidi musicanti e averne imbarcati di nuovi, si è rimesso al timone. Il suo viaggio è stato ancora una volta nel mondo parallelo, negletto ma pieno di amore, dei diversi, dei respinti, dei condannati - o promossi? - alla marginalità. E' un mondo che Fabrizio prese a bazzicare fin dall'alba degli anni '60 per poi dedicargli il suo primo articolato viaggio in ''Tutti morimmo a stento'', dove le canzoni hanno ciascuna un'autonoma dignità, ed insieme proseguono l'una nell'altra. Ciascuna vivendo di luce propria, e tuttavia reciprocamente giustificandosi nel racconto d'insieme. Concetto sicuramente non dissimile da quello che sta al fondo, non solo di tutti i suoi dischi, ma degli stessi concerti di De André: e figurarsi se poteva fare eccezione il tour invernale del '98, che dopo il massiccio consenso ottenuto nei Palasport la primavera precedente, ha riportato il pubblico del popolare cantautore nella più raccolta dimensione dei teatri. ''Dove alla gente - dice lui stesso - è consentito un migliore ascolto ed a me di percepire più da vicino, godendone più intensamente, le eventuali emozioni. Con un piccolo, inevitabile scotto da pagare: che non solo i pregi dello spettacolo, ma anche i suoi difetti, si notano di più''. Quale migliore location del ''Teatro R. Gentile'' di Cittanova, quindi? Luogo in cui le ''Anime Salve'' appassionate del grande cantautore hanno potuto godere di un concerto storico, oserei affermare. A testimonianza di ciò abbiamo il racconto di Rosella, spettatrice del concerto, che dice: «Oltre che la bravura dei musicisti, la bella serata di Cittanova ha permesso di apprezzare nuovamente il genio di Fabrizio De André. Anche il clima fu molto sereno ed il pubblico attento e caratterizzato da una composta posatezza. Ogni particolare risultò curato quasi maniacalmente. Ciò che mi colpì di De Andrè fu che, finito lo spettacolo ricevette uno ad uno gli spettatori, compresi me e mio marito. Parlammo con lui, che con cortesia e gentilezza, ci strinse anche la mano e ci fece un autografo...». Il concerto di Fabrizio De André a Cittanova non costituisce un evento isolato: a 20 anni di distanza possiamo dire che il paese ha fatto molto strada, ospitando manifestazioni culturali di pari rilievo.
Questi non devono essere, però, solo fatti ''straordinari'' o isolati ma devono essere vissuti come momenti ordinari e permanenti, segni di un cambiamento che Cittanova sta cercando di far affermare. Ne fanno fede le altre iniziative oramai con una loro propria e riconosciuta identità: dalla Stagione Teatrale, che ospita spettacoli importantissimi, alla Stagione Musicale, agli altri innumerevoli appuntamenti che si svolgono nel corso dell'anno. La grande passione che anima la ricca rete dell'associazionismo cittadino, oltre che rendere possibile tali traguardi ambiziosi, rappresenta il presupposto essenziale perché Cittanova - paese a vocazione turistico-residenziale - possa continuare ad affermare un'immagine di sé ospitale e serena e possa avere una funzione meno marginale. Non più riferimento periferico ma realtà pienamente integrata nel circuito culturale italiano. 



Ilaria Mandaglio, IV B









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