Dopo 8 anni è stato riaperto e ciò non può che renderci felici, perché non si riapre solo un cinema, ma un vero e proprio centro di aggregazione, di cultura, insomma un luogo non indifferente soprattutto per noi ragazzi. E come è stato detto più volte quella giornata “Mentre in altri luoghi i cinema chiudono, qui riapre.” Ed è motivo di orgoglio per noi anche il fatto che una testata nazionale come La Repubblica abbia dedicato un articolo per questo evento.
Il pomeriggio è iniziato con la conferenza stampa ed è proseguito con la proiezione del film candidato agli Oscar 2016 “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, morto poco dopo aver montato il film e con “La grande bellezza” - Director’s cut di Paolo Sorrentino.
Era presente l’attore protagonista di Non essere Cattivo Luca Marinelli che tra una proiezione e l’altra ha parlato un po’ del film, che vede come protagonisti due amici da una vita, Cesare ( Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi), che abitano in una zona malfamata di Ostia e fanno uso di stupefacenti, e da lì si sviluppa la storia dei due. La cosa che colpisce di più è che non mette in risalto la figura del “drogato” come una persona da emarginare, come una “piaga” della società da condannare, ma da’ importanza a valori come l’amicizia e l’amore che hanno un grande potere sui due ragazzi, che determinano le loro scelte e a volte li salvano.
Dopo la proiezione del film, Luca Marinelli ha accettato le nostre domande.
“Che scuole hai frequentato?”
“Il liceo classico, voi anche? Oh, allora ci capiamo. Dopo ho frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica per tre anni e poi ho fatto il primo film subito dopo aver finito l’Accademia e da lì ho cominciato piano piano.”
“Hai trovato qualche differenza tra il teatro e il cinema?”
“Sì, tantissime differenze.”
“E quale di queste differenze ti ha colpito di più?”
“Il fatto che dicano STOP e se l’hai fatta male la rifai, invece a teatro no. Questa è la prima differenza gigantesca perché al teatro quando cominci devi arrivare alla fine, mentre al cinema c’è più una rete che ti salva, poi sai, tante altre differenze ma questa è la prima gigantesca. E’ per questo che il teatro secondo me é proprio un’altra cosa, un altro mondo, molto affascinante, ma lo è anche il cinema del resto.”
“E l’impatto con il pubblico?”
“Assolutamente, quella è un’altra cosa che è così diretta, sei sul pubblico, invece il film lo fai, finisci e poi quattro, cinque mesi dopo arriva nelle sale, lo proiettano, e forse dopo incontri il pubblico.”
“Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo tipo di vita, questa carriera?”
“In realtà l’ho sempre voluto fare, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo fino a che non mi sono detto: Dai, io ci provo, vedremo che succede.
La prima volta non mi hanno preso, ho provato al Centro Sperimentale. Poi ho provato di nuovo l’anno dopo e mi hanno preso in Accademia e da lì ho cominciato.”
“Com’è stato per te interpretare il personaggio di Cesare?”
“Questa è una domanda per cui ti dovrei parlare per un’ora e un quarto, è stata una cosa molto ma molto grande, è cominciata con il fatto che Claudio (il regista) ci ha fatto dimagrire e io ho perso otto chili per fare questo film, quello è stata la prima cosa, poi c’è stato tanto altro. Comunque tutto quello che voi vedete l’abbiamo anche un po’ vissuto.
In scene in cui il personaggio deve stare in una certa maniera, anche tu ci devi stare, lo fai ma qualcosa di tuo ci metti, quindi quel qualcosa ti affatica.”
“Perciò questo film, da come hai detto, ti ha cambiato, ha influito su di te. Secondo te ogni film che tu fai poi influisce sulla persona che sei, che diventi?
“Sì, sempre. Un film di solito dura tre mesi, magari alle volte di più, però sono tre mesi dove, se sei protagonista, cominci un’altra vita e poi la chiudi. Ed è un’esperienza molto forte. Questi, per esempio, sono stati due mesi di lavoro, a parte otto sabati e otto domeniche…Non lo so, ho fatto dei calcoli tremendi secondo me..”
“Tranquillo ti capiamo, non siamo bravi nemmeno noi in matematica.”
“Pure voi avete quattro in matematica? Comunque, oltre i weekend, stai sempre là, dalla mattina alla sera, dieci ore al giorno e poi vai a casa e ricominci il giorno dopo, è una cosa molto presente quando si fa il film, poi dopo ci sono delle pause megagalattiche prima di farne un altro. Ah, poi c’è un altro aspetto importante secondo me: non si deve fare tutto, non è che se fai l’attore fai tutto, devi fare le cose che vuoi fare veramente, però non è facile perché a volte non puoi fare solo quello che ti piace quindi io per ora mi ritengo molto fortunato perché fino ad ora ho fatto tutto quello che mi è piaciuto fare.”
“E questa candidatura agli Oscar come la stai vivendo? La consideri un punto di svolta della tua carriera?”
“Beh, se capita, non è una cosettina da poco, però non ci penso, io sono tremendamente scaramantico quindi non ci penso minimamente. Siamo andati a Los Angeles due settimane fa perché lo proiettavano in un festival italiano, è stato divertente perché un mondo diverso dal nostro, ma per il resto non ci penso.”
“E che insegnamento pensi che possa trasmettere questo film alle persone che lo guardano e soprattutto a noi ragazzi?”
“Per questo prima volevo ascoltarvi (Qui si riferisce, quando, dopo la proiezione, ha chiesto agli spettatori i sentimenti che il film avesse suscitato in loro), secondo me passa qualcosa, già il titolo è significativo: “Non essere cattivo”. Ma la domanda che ci si può porre è: Non essere cattivo con chi? Con te stesso? Con gli altri? Non essere cattivo, non ti trattare male, tendi a qualcosa che è il bene! adesso detta così sembra qualcosa da “Santone” ma, l’amore è fondamentale nella vita, è molto molto importante.”
“Prima del film hai detto una frase che mi è piaciuta molto: “Non si mangia di cultura, si vive!”
“Sì, si vive; ora ti dico questa cosa: a Claudio avevano dato solo tre mesi, lui ha vissuto sette mesi, non si sa perché, ha finito il montaggio e poi se n’è andato, ha passato gli ultimi giorni della sua vita a montare il film, quindi sì, di cultura si vive”
“Che cosa consiglieresti ai ragazzi che vorrebbero intraprendere la tua stessa carriera o comunque una carriera nell’arte?”
“Spegnete la televisione. Punto. Ti piace questa?”
Luca Marinelli si è rivelato spontaneo, non artefatto, ci è sembrato come se avessimo dialogato con un nostro amico, curioso di conoscere il nostro punto di vista sul film e ascoltare con entusiasmo ciò che volevamo chiedergli.
Abbiamo avuto modo di parlare anche con uno dei direttori del cinema Gentile, Fabio Mollo, regista reggino, che si è dimostrato anche lui pronto ad accogliere ogni nostra idea e a voler sentire le nostre domande. La giornata ci ha fatto riflettere, e ci ha fatto capire che ci sono persone che ripongono la speranza e la fiducia in noi ragazzi, persone che vogliono realmente ascoltare la nostra voce.
Nota successiva alla stesura dell’articolo: il 18 dicembre “Non essere cattivo” non ha superato l’ultima selezione per gli Oscar, ma consigliamo a tutti la visione perché è certamente un film che ti rimane dentro.
Alessandra
Cananzi, Carlo
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