martedì 2 febbraio 2016

Ma non era uno sport individuale?


Negli ultimi giorni si è discusso molto su quanto accaduto in moto GP a partire dalla gara a Phillip Island. Durante la sua intervista  dopo gara Valentino aveva accusato Marquez di voler aiutare Lorenzo a vincere il titolo mondiale, dicendo “Aveva un passo più veloce di tutti noi, ha corso per far andare via Lorenzo”.  L’accusa diventa più concreta nella gara successiva, quando, durante i primi giri, Marquez lascia passare Lorenzo senza reagire, mentre, quando arriva il turno di Rossi, la bagarre tra i due si fa accesa, con circa 15 sorpassi e controsorpassi ,con contatti al limite, che tengono tutti con il fiato sospeso , fino alla decisiva curva 14, quando Rossi allarga volontariamente la sua traiettoria per portare verso l’esterno lo spagnolo. Marquez non si tira indietro e, invece di rallentare, si porta sulla moto di Rossi, che allarga la gamba di istinto e lo fa cadere.  L’incidente finisce sotto inchiesta dei giudici di gara, che alla fine ritengono responsabile dell’accaduto l’italiano,  a cui vengono, di conseguenza, tolti tre punti dalla patente di guida e che sarà costretto a partire ultimo nella gara decisiva della stagione.  Il sogno del decimo mondiale va così sfumando. Dopo due settimane dalla gara di Sepang, durante le quali si era messa in dubbio la presenza o meno di Rossi, arriva l’ultima tappa, Valencia. La tensione sale, chi sarà il campione del mondo 2015?        Sono le ore quattordici, tutti schierati sulla griglia di partenza, Lorenzo in pole, seguito da Marquez, Rossi ultimo. Si accendono i semafori. La luce è verde, i piloti partono. Dopo una partenza mozzafiato, Rossi guadagna 22 posizioni in 12 giri, ma una volta raggiunta la quarta posizione, non riuscirà a colmare il distacco di undici secondi dai primi. Mentre davanti Marquez rimane costantemente attaccato a Lorenzo, senza accennare ad  alcun sorpasso, nonostante il Cabroncito fosse più veloce di lui, tanto veloce da dover allargare le traiettorie e frenare per cercare di non superarlo. Il vero Marquez, quello che non perde alcuna occasione per sorpassare i propri rivali, ritorna nel momento in cui Pedrosa riesce a raggiungere il duo di testa e a sorpassarlo. A questo punto cerca di resistere e per poco i due non entrano in contatto. Niente da fare, il mondiale è di Lorenzo. Delusi tutti coloro che avevano sperato fino alla fine nel decimo titolo di Rossi che, dopo gli anni difficili in Ducati e l’anno di passaggio in Yamaha, a 36 anni ha dimostrato di poter ancora lottare con i più giovani per un mondiale. Fanno riflettere le parole di Lorenzo, nell’intervista dopo gara, quando ha spiegato il comportamento dei suoi conterranei come rispetto nei suoi confronti, ringraziandoli con le parole: “Il titolo è mio, nostro, e di tutta la Spagna”. In successive interviste parla di Rossi, dicendo che le sue polemiche sono dovute al fatto che non riesce ad accettare di aver perso questa grande opportunità,forse l’ultima, per vincere il decimo titolo. Sarà questa la moto GP del futuro? Alleanze e niente più pathos? Nessuna bagarre, nessuno che si alza dal divano per incitare il proprio idolo? è questa la moto GP che vogliamo davvero vedere? Mondiali come questo del 2015, “Un biscottone stile calcio di basso livello”, come è stato definito da Rossi? Numerose sono state le ripercussioni di tutta questa farsa, il mondo si è diviso in due fazioni. Il giornale spagnolo attacca Rossi definendolo un “mito nel fango”, mentre elogia il campione spagnolo con l’appellativo di “re Jorge”.  Mentre in Italia in molti sostengono il nove volte campione del mondo. Vi sarà una grande festa a Tavullia, il suo paese natale: le strade si coloreranno di giallo e si solleveranno in alto bandiere con il tricolore o con il numero 46!                                                                                                            “Sector”, marca di orologi sportivi e sponsor di Lorenzo, abbandona lo spagnolo. Il presidente motiva questa scelta mostrando il proprio disappunto per il comportamento di Jorge, e affermando che loro, come azienda, sono stati  sempre fedeli  a valori di sportività, di SFIDA CORRETTA, di rispetto nei confronti degli altri. Mentre Rossi ha scelto di togliere il merchandise, prodotto dalla VR46, a Marc Marquez, che dal prossimo anno dovrà quindi trovare un'altra ditta per la produzione di gadget come maglie e cappelli.

Alessia Marvaso, Enrica Cosentino

0 commenti:

Posta un commento