martedì 2 febbraio 2016

Intervista doppia: prof. Vinci - prof. Cuzzola

·     Cosa pensa del Liceo Classico?

Prof. Vinci: “Il liceo classico è una scuola di eccellenza perché sviluppa le qualità logiche e affina il gusto per il senso estetico e per la ricerca del particolare: lo consiglierei senz’altro ad ogni ragazzo!”

Prof. Cuzzola: “Il Liceo classico è LA scuola, fatta non semplicemente per conoscere in generale, ma per conoscere la radice del tutto; la modernità si basa sulla radice e dunque sul Classico!”

·     Allora a cosa è dovuto, secondo lei, il calo delle iscrizioni alla nostra scuola?

Prof Vinci: “Al fatto che la società si sia evoluta a un livello tecnologico superiore, e siccome i ragazzi di oggi sono più portati alla tecnologia ed alla praticità le materie umanistiche li attraggono di meno”

Prof Cuzzola: “Credo che il Liceo classico non sia più di moda; quando ero ragazzo io per esempio andava di moda la Ragioneria, perché uscendo da quella scuola vi erano molti sbocchi nel campo lavorativo; ma forse è meglio, le mode sono destinate a tramontare, il Liceo classico no.”

·     Secondo lei, quali sono i punti di forza e di debolezza dell’Istituto “Vincenzo Gerace”?

Prof Vinci: “Questa è un’ottima scuola, ma sui punti di debolezza preferirei non parlare, no comment!”

Prof Cuzzola: “I principali punti di forza di questa scuola sono la sua storia (70 anni non sono pochi) e la tradizione; abbiamo inoltre un corpo docenti eccellente.
I punti di debolezza sono costituiti prima di tutto dal fatto che la Preside ed il Segretario si ritrovino in più scuole, ma questo non dipende da loro, bensì dalla famigerata legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”. Sarebbe anche molto importante iniziare ad aprirsi alle altre scuole del territorio, in particolar modo al Liceo Artistico, che fa parte del nostro Istituto.”

·     Cosa l’ha spinta a diventare insegnante?

Prof Vinci: “L’ho fatto soprattutto perché mi piace e credo che questo mestiere sia una missione, ovviamente se viene fatto con passione. Credo inoltre che sia bellissimo perché permette di stare a contatto con i ragazzi e avviene uno scambio di idee e di pensiero tra gli alunni e gli insegnanti”

Prof Cuzzola: “Innanzitutto per me il mestiere dell’insegnante è il lavoro più bello del mondo e non lo cambierei con niente, lo farei anche gratis. Però io sono diventato insegnante casualmente: avrei voluto fare il giornalista, in particolare l’inviato di guerra, poi però ho scoperto che il mio vero sogno era quello di rimanere in Calabria. Infatti in questa mia terra esistono molte piaghe che mi spingono a impegnarmi, tra cui la ‘Ndrangheta. Questa è secondo me una deformazione della società, figlia del capitale; la criminalità ti fa credere che potere e denaro siano tutto, ma in realtà è un inganno come il Palazzo di Atlante nell’Orlando Furioso dell’Ariosto: qui vengono attirati e in seguito imprigionati i migliori paladini, d’altronde la mafia propone solo due strade: quella che porta in prigione e quella che porta nella tomba.”


·     Quale materia preferiva da giovane?

Prof Vinci: “Sicuramente le mie materie preferite erano quelle che ora insegno, ossia le materie classiche, ci sono sempre stata appassionata”

Prof Cuzzola: “Non c’era una materia preferita, studiavo solo storia ed italiano!”

·     Quanto è importante nel suo metodo il rapporto tra alunni ed insegnanti? Ha mai sentito la necessità di cambiare il suo metodo nel corso degli anni?

Prof Vinci: “Il rapporto con gli alunni è fondamentale e proprio questo è uno degli elementi che più è cambiato da quando frequentavo la scuola io ed oggi. Io vedo gli alunni come dei figli, anche se non sempre capiscono il lavoro dell’insegnante; mi piacerebbe instaurare un rapporto intimo e sincero, basato sulla lealtà e sulla correttezza.
Nel corso dei miei 22 anni di insegnamento ho sentito più volte la necessità di cambiare il mio metodo, infatti il nostro lavoro è in continua evoluzione ed il metodo cambia da classe in classe, in base al tipo di ragazzi che ci si trova davanti.”

Prof Cuzzola: “La scuole senza ragazzi non esisterebbe. Riunioni, scrutini, ecc. ecc. secondo me non costituiscono la scuola, ma sono delle pratiche burocratiche. Il rapporto con gli alunni deve rendere l’ambiente scolastico più gradevole ai ragazzi.
Cambiare metodo è fondamentale, perché spiegare Dante nel 2007 non è come spiegarlo nel 2015: bisogna seguire la contemporaneità, perché i ragazzi cambiano modo di pensare di anno in anno. Importante è per esempio fare un confronto tra musica e testi antichi: i temi che ritroviamo in numerose canzoni rock e nelle opere greche o latine sono molto simili; rimanendo nei confini italiani non posso che consigliare l’ascolto di De Andrè, un poeta che ci ha lasciato testi molto contemporanei, Beppe Voltarelli e Brunori SAS, due artisti calabresi, Samuele Bersani ed infine Caparezza.

·     Ultima domanda: cosa si aspetta da questo giornalino?

Prof Vinci: “Credo che sia un’ottima idea, un bel progetto portato avanti da voi ragazzi”

Prof Cuzzola: “Il giornalino è un’esperienza molto positiva, soprattutto considerando che è nata da voi ragazzi e non è stata imposta dalla scuola, inoltre oggi siete avvantaggiati dal fatto di poterlo diffondere online”.


Simone Massara , Alessandro Prudente, Nicola Luvarà, Lorenzo Politanò

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