martedì 2 febbraio 2016

Inside Out: emozioni fuori di mente!

Dopo grandi e indimenticabili successi come Toy Story, Up, Frozen, Big Hero 6, la critica è certa di poter collocare “Inside Out” nell’Olimpo dei migliori film d’animazione degli ultimi anni.
Il film, diretto da Peter Docter (già famoso come regista di Monster & Co. e Up), è stato prodotto dalla Pixar Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures. Presentato lo scorso Maggio al festival di Cannes, Inside Out aveva già fatto intuire il successo che sarebbe derivato dalla sua distribuzione: al termine della prima proiezione, applausi scroscianti hanno a lungo accompagnato i titoli di coda.
La storia ruota intorno alle avventure e disavventure di Riley, un’undicenne del 
Minnesota che viene letteralmente sconvolta quando è costretta a traslocare a San Francisco, a causa di alcune esigenze lavorative dei genitori.
Tuttavia, il film non si limita a narrare quello che avviene nella vita della ragazzina, ma analizza anche e soprattutto quello che accade dentro di lei mentre fattori esterni influenzano il corso degli eventi, che la porteranno al superamento dell’infanzia per entrare nei turbolenti anni dell’adolescenza.
I veri protagonisti del film sono, dunque, le emozioni della ragazzina:
Gioia, che si occupa di garantire sempre una dose di buon umore e felicità, Disgusto, che ha l’obiettivo di fare in modo che Riley non venga danneggiata fisicamente e socialmente, Paura, il cui ruolo è quello di tenere la temeraria undicenne lontana dai pericoli, Rabbia, che impedisce che non subisca ingiustizie e, infine, Tristezza, il cui scopo non è ben chiaro a nessuna emozione.
La mente delle persone, all’interno di Inside Out, è immaginata come un sorta di mondo a sé stante costituito da un Quartier Generale, in cui risiedono per l’appunto le emozioni e che è da loro gestito, circondato da diverse “isole” che rappresentano le varie peculiarità di ogni individuo.
A capo del Quartier Generale di Riley troviamo Gioia che, oltre a essere quella che più contraddistingue la ragazzina, è anche la prima emozione a essere nata in lei nei primissimi attimi di vita. Tuttavia, subito dopo appare Tristezza, seguita, nel corso del tempo, da tutte le altre emozioni. Difatti, col proseguire della storia, sarà ben chiaro allo spettatore il profondo messaggio che il film vuole trasmettere al suo pubblico: per poter comprendere appieno la gioia, dobbiamo anche sperimentare e conoscere la rabbia, la paura, il disgusto e, soprattutto, la tristezza. Esse, d’altronde, fanno tutte parti di quel grande quadro che è la crescita.
Sulla base di questo genere di riflessione possiamo senz’altro dire che definire Inside Out un “film per bambini e/o ragazzini” è assolutamente limitativo e non rende giustizia alla profondità del messaggio intrinseco del film. Esso costituisce un’attenta analisi della mente umana, con numerosi momenti particolarmente suggestivi e di grande pathos. Tuttavia, non bisogna dimenticare lo scopo principale di questo film, ovvero quello di far divertire, e, a tal fine, sono altrettanto numerosi i momenti di grande ironia che provocano nello spettatore sinceri scoppi di risa.
In conclusione possiamo affermare che Inside Out è un film d’animazione destinato a tutte le fasce di età e assolutamente unico nel suo genere, come testimoniano gli esorbitanti incassi che ha meritatamente ottenuto: ben 851 milioni di dollari in tutto il mondo.
Rachele Elia

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