HO
INTERVISTATO DUE INSEGNANTI DELLA NOSTRA SCUOLA: IL PROFESSORE CUZZOLA E LA
PROFESSORESSA GALANTE. DI SEGUITO VEDRETE LE RISPOSTE ALLE MIE DOMANDE.
Perché ha deciso di diventare insegnante?
PROF.
CUZZOLA- All’inizio è stata una scelta casuale: non avevo intenzione di fare il
professore, poi la sorte ha voluto questo per me e dopo il primo giorno di
lezione ho capito che questo sarebbe stato il mio lavoro per tutta la vita.
PROF.ESSA
GALANTE- Non è sempre stato il mio
sogno, inizialmente alla vostra età avrei voluto fare l’archeologa o l’attrice;
l’amore per questo lavoro è sbocciato dopo la prima esperienza, quando ho
capito quanto sia bello comunicare con i giovani.
Che cos’è per lei la scuola?
PROF.
CUZZOLA- La scuola è formata in prevalenza gli studenti che la frequentano e
poi dai professori: da questo legame forte nasce la possibilità di fare una
scuola positiva, che sia una comunità, al di là di tutto ciò che può essere la
cosa burocratica dei voti, delle promozioni e delle pagelle. La scuola è la
vitalità di ogni giorno.
PROF.GALANTE-
Vedo la scuola come un ambiente che deve conservare intatta sia la cultura sia
l’attenzione del ragazzo. A volte noto che si dà maggiore attenzione ad altro
piuttosto che allo studente; secondo me finché la scuola ruoterà intorno al
ragazzo farà il suo lavoro.
Che cosa la rende felice del suo lavoro?
PROF.CUZZOLA-
Il pensiero di poter condividere con gli studenti la bellezza delle discipline
che insegno e il fatto che si crea spesso un’empatia con loro che rimane anche
dopo la fine della scuola.
PROF.ESSA
GALANTE- E’ meraviglioso vedere i ragazzi appassionati, interessati e
confortati dalla conoscenza, il rapporto umano che si viene a creare con i
ragazzi, il fatto che ti reputano fondamentale e importante per la loro
crescita.
Perché ha deciso di insegnare queste materie?
PROF.CUZZOLA-
Questo è legato al fatto che io non ho avuto la fortuna di frequentare il liceo
classico per volere dei miei genitori, poi dopo le superiori ho scelto
liberamente e ho preso la strada che volevo, perché mi sono sempre sentito
portato per le materie umanistiche.
PROF.ESSA
GALANTE- Ritengo il greco e il latino materie pensate per concetti
straordinari. In Omero e in Virgilio vengono trattati temi universali e credo
che consentano allo studente un ampliamento della propria mente. L’italiano
perché imparare a leggere un testo e riuscire a individuare il messaggio che
qualcuno ha voluto mandarti ti aiuta a crescere. Se riesci a penetrare la
Divina Commedia entri a contatto con concetti che ti faranno sentire meno solo
per tutta la vita.
Ci sono stati eventi importanti, belli o brutti, che
ha vissuto da studente e da professore?
PROF.CUZZOLA-
Da studente ricordo gli esami di stato e il mio professore di italiano che mi
ha trasmesso grandi lezioni di vita. Da insegnante l’anno più bello è stato il
2014-15 nel quale abbiamo fatto tantissime attività sia all’interno che
all’esterno della scuola coinvolgendo tanti studenti in percorsi particolari
che hanno inciso moltissimo.
PROF.ESSA
GALANTE- Come professoressa ci sono stati momenti frequenti in cui è stato
molto complesso stare dietro lo stile di ognuno, perché bisogna saper fare
troppe cose per una persona sola, però questo è servito per correggermi e
diventare una migliore insegnante. Come studentessa, quando avevo più o meno la
vostra età ho vissuto momenti difficili, che quasi tutti abbiamo, ma gli studi
mi hanno consolata e sono andata avanti.
Cosa vuole trasmettere agli studenti?
PROF.CUZZOLA-
I valori dell’umanità, la bellezza della lirica, del teatro e l’arte.
PROF.ESSA
GALANTE- Vorrei trasmettere i concetti fenomenali che ci sono nei testi, come
ad esempio il Canzoniere di Petrarca: fa capire che la complessità è un’esperienza
umana non necessariamente brutta e vorrei che i ragazzi capissero che la realtà
è anche fatta di colori.
Come era lei da studente?
PROF.CUZZOLA-
Pessimo, spesso marinavo la scuola, proprio perché la scuola che frequentavo
non mi piaceva, poi all’università è cambiato tutto e adesso sono qui ad
insegnare.
PROF.ESSA
GALANTE- Da ragazza mi piaceva la scuola, gli studi mi facevano sentire
protetta, ma non cercavamo i professori, come ora, perché erano seri, facevano il
loro lavoro e basta.
PAOLA CAMBREA, I A
0 commenti:
Posta un commento