Si deve attribuire
l’invenzione della stampante 3D all’ingegnere statunitense Chuck Hull. L’idea
dell’inventore era quella di realizzare oggetti con strati di plastica, incisi
da un blocco iniziale e fissati da raggi UV. La stampante 3D rappresenta la
naturale evoluzione della stampa 2D e premette di avere una riproduzione reale
di un modello realizzato con un software di modellazione 3D. inoltre essa è
considerata una evoluzione additiva mediante cui vengono creati oggetti
tridimensionali da strati di materiale successivi, costituendo così una pietra
miliare di una nuova era dell’industria.
Il lancio della
stampante 3D agli inizi del XXI secolo ha fornito un’alternativa pratica ed
economica alle macchine di modellazione industriale. Con le stesse dimensioni
di una fotocopiatrice, queste stampanti possono creare facilmente e velocemente
oggetti tridimensionali, specialmente modelli di vari formati, dai più semplici
ai più complessi, anche a colori. Sono molto efficienti grazie alla possibilità
di riciclare materiali di scarto.
Una stampante
tridimensionale lavora prendendo un file 3D da un computer ed utilizzandolo per
fare una serie di porzioni in sezioni trasversali. Ciascuna porzione è poi
stampata una in cima all’altra per realizzare l’oggetto in 3D, la tecnologia
trova anche uso nel settore della gioielleria, calzoleria, progettazione
industriale, architettura aerospaziale e auto motiva, medico e dentistico.
Esistono diverse
tecnologie per la stampante 3D e le loro differenze principali riguardano il
mono in cui sono stampati gli strati. Alcuni metodi usano materiali che si
fondono e si ammorbidiscono per produrre gli strati, mentre altri depongono
materiali liquidi che sono fatti indurire con tecnologie diverse. Nel caso dei
sistemi di laminazione, si hanno strati sottili che vengono tagliati secondo la
forma e uniti insieme. Un altro metodo di stampa 3D consiste in un sistema di
stampa ad estrusione di materiale. La stampante crea il modello uno strato alla
volta, spargendo uno strato di polvere (gesso o resina) e stampando con il
getto di inchiostro un legante nella sezione trasversale della parte. Il
processo viene ripetuto finché non è stampato ogni strato.
La stampa 3D si è
dimostrata sin dalla sua prima introduzione molto interessata al settore
alimentare; tanto che negli stati uniti sono stati aperti alcuni ristoranti
dimostrativi che preparano cibo solo mediante l’utilizzo di stampanti 3D. Questi
cibi vanno dal cioccolato allo zucchero, dalla pizza ai biscotti, dalla pasta
alle verdure.
Il settore è
totalmente in fermento e nel 2014 anche la Barilla si è dimostrata intenzionata
a sviluppare una stampante 3D in grado di stampare delle paste in formati
personalizzabili per qualsiasi ristorante.
Nel settore medicale
invece, la stampa 3D sembra un fiorire di nuovi progetti. Infatti solo pochi
mesi fa ad Utrechc è stato effettuato il primo trapianto di cranio stampato in
3D ad un paziente. La calotta cranica è stata realizzata con una resina
speciale tramite utilizzo di una stampante 3D. altri possibili utilizzi della
stampante 3D applicata alla medicina sono quelli di supporto alle attuali
tecniche chirurgiche.
In Brasile, alla
cerimonia di apertura dei mondiali di calcio 2014, un giovane paraplegico ha
potuto calciare un pallone grazie ad un esoscheletro controllato mentalmente.
Il punti nevralgico dell’esoscheletro, il casco, è stato stampato in 3D.
Attualmente si
stanno testando materiali stampati in 3D interamente indirizzati al settore
edilizio-architettonico. Degni di nota sono gli esperimenti dell’italiano
Enrico Dini e della sua azienda D-shape il quale è riuscito a stampare la
pietra. Questo processo in evoluzione che si sta verificando nel nostro secolo
è sicuramente positivo nei confronti dello sviluppo tecnologico, ma nello
stesso tempo potrebbe causare un regresso nel mercato globale. Infatti, non
tenendo conto dell’elevato costo dei macchinari, possedere una stampante 3D da
privato, indicherebbe una alternativa all’acquisto dei beni artigianali e
quindi l’introduzione di questo strumento comporterebbe una riduzione della
manodopera, necessaria per lo sviluppo del settore secondario.
Martina Mannello, Lucrezia
Raso, Chiara Scarfò, Simona Pia Surace
0 commenti:
Posta un commento