sabato 5 gennaio 2019

Stanza numero 96


“-Alle 21:30 devi essere già nel tuo letto. Bloccano la porta e non puoi più entrare. Se ti beccano fuori non te la fanno passare liscia- annuisco cercando di nascondere il timore che mi divora l'anima e mi chiude lo stomaco e così mi ritrovo a far girare e rigirare la forchetta nel piatto senza la minima fame. Decido che è meglio andare e saluto tutti con una semplice "buonanotte". Quasi corro per raggiungere l'uscita della mensa, ma poi, alla vista della biblioteca, i miei piani sfumano nel nulla e mi lascio guidare dalla curiosità. Spingo lievemente la porta lasciandomi invadere dall'odore dei libri. Non ero ancora riuscita ad entrare qui dentro e devo dire di essermi persa un mondo. Libri di tutti i generi, autori di ogni epoca, di ogni nazione. Sfioro quei miei compagni di vita, quasi non volessi fare loro del male. Li prendo, li guardo... beh pochi potranno capire cosa provo in questo momento e pochi capiranno come passa velocemente il tempo quando ci si ritrova in un luogo come questo. 21:27 segna l'enorme orologio sulla parete opposta. Poso immediatamente il libro e inizio a correre verso l'uscita, percorro l'ampio ingresso con il cuore in gola. Su per le rampe di scale, le urla del pomeriggio che si ripetono nella mia mente seguite dalle parole di Clara. Corro. Vedo ombre aggirarsi intorno a me. Le guardie. La paura sale, aumenta ad ogni gradino. 21:29. Solo altri tre gradini e un lungo corridoio. Maledico il fatto di trovarmi così lontano. Riprendo a correre ancora più veloce. Non sento le gambe, i polmoni bruciano, il respiro si affanna. Le prime porte scattano, una dopo l'altra, le guardie si avvicinano. Ed ecco un urlo. L'urlo di una ragazza che come me stupidamente è rimasta fuori. Arrivo a pochi passi dalla mia porta ma scatta anche questa. Le urla in fondo continuano ad aumentare, diventano lontane, la trascinano via. E una guardia si muove nella mia direzione, non mi ha vista. Il mio istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e mi ritrovo a correre a perdifiato verso la fine del corridoio buio. Poggio la mano sulla maniglia dell'unica porta ancora aperta ed entro. Mi appoggio sulla parete accanto lasciando andare un sospiro. La porta si chiude e solo al suono dello scatto mi rendo conto di cosa è successo. Mi rendo conto di dove mi trovo. Un nodo sale di nuovo su per la gola, il cuore smette di battere e poi riprende ancora più veloce. Stanza numero 96.”

Tratto dal secondo capitolo di “Stanza numero 96”, in pubblicazione su Wattpad.
Manila Scali, III A

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